Considerazioni notturne sul libro di Fosco Maraini "Gnosi delle fanfole"...
Perché, in fondo, non è necessario trovare la logica in un testo. Talvolta, ci si può lasciar affascinare dalle parole. Suoni che raccontano una storia nella loro eco. Parole che lasciano il segno. Come il gesso quando sibila sulla lavagna. O come il tasto d' un pianoforte pigiato con energia.
Succede poi che l' attore decida di giocare con queste parole. Dà loro un tono, un ritmo, una personalità. E suoni onomatopeici diventano tasselli d' un mosaico che prende per mano uno spettatore e lo proietta in una storia. Proveremo, pertanto, a stringer forte le altrui mani e trascinare chi vorrà in un gioco fatto di equilibri instabili. Di parole che non aspettan altro che esser lasciate libere. Libere di farsi accarezzare dal vento. Libere di scontrarsi e creare così storie. E racconti. E testi teatrali che umili attori porteranno in scena. Perché, sotto sotto, certe parole desiderano ardentemente il buio di un sipario per farsi ammirare nel loro splendore.